curaa studio (IT)

Esterno

Venus, Frantoio e Trabucco trovano una collocazione naturale lungo il cammino del Chilometro della Conoscenza. Una sosta punteggiata da elementi architettonici semplici, funzionali, un punto d'incontro tra gli alberi dove indizi di domesticità ci invitano a ripensare il nostro modo di vivere e fare design. Abitare con leggerezza consiste nell’utilizzare lo stretto necessario, nell’assemblare cautamente, nel posare con precisione e rispetto le nostre creazioni al suolo. Abitare un paesaggio è una forma arcaica di allestire un campo, una bozza di progetto per esistere in quel dato luogo. 

Un assemblaggio minimo, che sfrutta le forze di compressione e trazione per giuntare elementi naturali di recupero con ridotto impiego di componenti ed energia grigia aggiuntivi, è alla base di questi progetti. Una panca e uno sgabello sono costruiti con tronchi e rami di castano giustapposti a mezz’aria senza toccarsi grazie a giunzioni metalliche. La verticalità dell’albero, in tutta la sua forza, si incarna in un nuovo equilibrio tra i suoi rami. Il peso del nostro stesso corpo è sorretto da una leggera tensione, sospesa nell’aria. 

Poco più in là, un pozzo-fontana ci invita a prendere parte ad un rituale collettivo e intimo allo stesso tempo. È uno spunto per ripensare al modo in cui utilizziamo l’acqua, alla maniera in cui laviamo il nostro corpo. Un piatto di alluminio cotto battuto su una pietra guarda il cielo per raccogliere l’acqua piovana. L’acqua viene drenata, passa attraverso delle pietre sovrapposte nel pluviale trasparente, per poi venire raccolta in un serbatoio.

Alessandro Baldini, Leo Cogliati, Paolo Failla, Chiara Filippini, Giovanni Perazzi. Photo credit: curaa.studio

curaa studio è un collettivo milanese composto da Alessandro Baldini, Leo Cogliati, Paolo Failla, Chiara Filippini e Giovanni Perazzi. Lo studio promuove e pratica una progettualità basata sulle relazioni, combinando pensiero architettonico e consapevolezza costruttiva: esplorando strategie alternative di riuso, recupero e trasformazione; cercando il cammino più appropriato che tempo e luogo suggeriscono; rispettando il valore dei materiali e invitando a prendersi cura di noi stessi e dello spazio in cui abitiamo. Creando un dialogo trasversale tra la città e il territorio, si indagano limiti e potenzialità del contesto metropolitano in rapporto al patrimonio culturale rurale. L’intento progettuale nasce dall’ascolto silenzioso di ciò che il luogo offre e richiede, permettendo alla comunità di tradurre nel suo linguaggio lo spirito del luogo, in un rispettoso ed intimo equilibrio.